Clorochina e idrossiclorochina, entrambe 4-aminochinoline, sono state suggerite come potenziali trattamenti per COVID-19
 
 
Newsletter della Società Italiana di
Allergologia, Asma edImmunologia Clinica - N.5/2020
 
 
NOVITÀ SCIENTIFICHE SU COVID-19
 
 
È UTILE O NON UTILE L’IMPIEGO DELLA CLOROCHINA E DELL’IDROSSICLOROCHINA IN COVID-19?
SINTESI DI UNA RECENTISSIMA REVIEW SULL’ARGOMENTO
 
 
Chloroquine and hydroxychloroquine in covid-19.
Ferner RE, Aronson JK. BMJ. 2020 Apr 8;369:m1432. doi: 10.1136/bmj.m1432.
Recensione a cura di: Eustachio Nettis, Elisabetta Di Leo, Federica Gani
 
 
Messaggi chiave
• Clorochina e idrossiclorochina, entrambe 4-aminochinoline, sono state suggerite come potenziali trattamenti per COVID-19.
• Attualmente, sono stati registrati in tutto il mondo, almeno 80 studi su clorochina, idrossiclorochina o entrambi, a volte in combinazione con altri farmaci.
• Servono ulteriori studi per chiarire meglio il dosaggio, l’efficacia e la tollerabilità di cloro china e idrossiclorochina in pazienti con COVID-19.
 
 
Background
• La possibile attività delle 4-aminochinoline (clorochina e idrossiclorochina) nella mononucleosi infettiva fu proposta per la prima volta nel 1960, prima che ne fosse riconosciuta la natura virale. Seguirono diversi studi clinici insoddisfacenti, con risultati contrastanti. 
• Nel 1967 gli autori di un piccolo ma ben condotto studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo non evidenziarono alcuna efficacia della clorochina nella mononucleosi.
• Molti studi, al contrario, hanno dimostrato che le 4-aminochinoline sono attive in vitro contro una vasta gamma di virus.
 
 
Meccanismo d’azione della clorochina e dell’idrossiclorochina
Diversi meccanismi sono stati proposti:
1. essendo basi deboli, le 4-aminochinoline aumentano il pH endosomiale negli organelli intracellulari delle cellule ospiti, inattivando gli enzimi cellulari richiesti dai virus per la loro replicazione.
2. le 4-aminochinoline possono anche indurre la glicosilazione dell'enzima-2 di conversione dell'angiotensina che rappresenta il recettore utilizzato da SARS-CoV-2 per entrare nelle cellule ospiti.
 
 
Studi di laboratorio effettuati nel passato
• Gli effetti delle 4-aminochinoline sui virus dell'influenza aviaria (H5N1) e sul virus Zika sono risultati contrastanti nelle colture cellulari e negli studi sugli animali.
• Nelle cellule infettate dal virus Epstein-Barr la clorochina ha provocato la replicazione virale.
• In uno studio, la clorochina ha ridotto la trasmissione del virus Zika alla prole di cinque topi infetti.
• La clorochina ha inibito la replicazione del virus Ebola in vitro ma ha causato un rapido peggioramento dell’infezione nelle cavie e non ha mostrato alcuna differenza significativa di mortalità in topi e criceti.
• Nell'infezione da virus Chikungunya, la clorochina è stata in grado di inibire la replicazione virale in laboratorio, ma ha peggiorato il decorso clinico dell’infezione nelle scimmie macaco.
• La clorochina ha inibito il virus della Dengue in alcune colture cellulari ma non è riuscita ad abbreviare la malattia in uno studio randomizzato su 37 pazienti. 
• Sebbene studi di laboratorio suggerissero una attività contro il virus dell’influenza, la clorochina non ha impedito l’infezione in pazienti in un ampio studio randomizzato.
 
 
Letteratura sull’impiego di idrossiclorochina e clorochina nella COVID-19
• Molti studi si basano su indagini in vitro, su studi su animali da esperimento o esperienze in infezioni provocate da altri virus come SARS-CoV-1 (simile a SARS-CoV-2) o HIV.
• L'idrossiclorochina e la clorochina inibiscono la SARS-CoV-2 in vitro e, una breve review cinese, che menziona 15 studi, ha testualmente riportato che, “in oltre 100 pazienti in trattamento, la clorochina fosfato si è dimostrata più efficace rispetto al gruppo di controllo nell'inibire l'esacerbazione di polmonite ”, senza fornire ulteriori dettagli. 
• Un report preliminare di uno studio randomizzato controllato con placebo (effettuato su 62 pazienti con reperti radiologici di polmonite, senza grave ipossia) ha utilizzato: nel gruppo di controllo il trattamento standard (ossigeno terapia, agenti antivirali, antibiotici e immunoglobuline, con o senza corticosteroidi) e nei pazienti in trattamento, in aggiunta alla terapia standard, idrossiclorochina al dosaggio di 400 mg/die (200 mg 2 volte al dì) per 5 giorni consecutivi. I risultati di questo studio riportano miglioramenti della temperatura corporea, della tosse e della polmonite nel gruppo sottoposto al trattamento potenziato con idrossiclorochina, rispetto al gruppo di controllo trattato con terapia standard.  
• Uno studio in aperto e non randomizzato sull’uso dell’idrossiclorochina ne ha supportato l’efficacia in 20 pazienti, ma il disegno di questo studio è stato, in realtà, non adeguatamente strutturato con risultati poco attendibili. Lo studio prevedeva l’arruolamento di 36 pazienti con COVID-19 (20 in trattamento con idrossiclorochina e 16 controlli). La valutazione dell'efficacia del farmaco consisteva esclusivamente nella misurazione della carica virale nei due gruppi (che non rappresenta un endpoint clinico) al giorno 6 dopo l'inizio del trattamento. Tuttavia, la brevità dello studio non ha consentito di estrapolare né i risultati di follow-up a medio e lungo termine nè i dati sulla sicurezza del farmaco. 
• L’uso dell’idrossiclorochina è ora consentito dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti e sostenuto dall’Indian Council for Medical Research. 
 
 
Considerazioni finali
• La disparità nei risultati tra gli esperimenti di laboratorio e studi clinici può essere in parte dovuta alla complessa farmacocinetica delle 4-aminochinoline, che rende difficile l’estrapolazione delle dosi efficaci nell'uomo dalle concentrazioni utilizzate nei terreni di coltura.
• È necessario effettuare studi controllati randomizzati sulla clorochina o sull'idrossiclorochina in pazienti affetti da COVID-19. 
• Per ora, ad eccezione delle misure di supporto, l'infezione da SARS-CoV-2 è "essenzialmente non trattabile".
• Nessun farmaco, al momento, si è dimostrato sicuro nel trattamento della COVID-19 e un uso di idrossiclorochina in maniera indiscriminata potrebbe esporre alcuni pazienti a danni che, seppur rari sono potenzialmente fatali (insufficienza epatica acuta e aritmie ventricolari se prescritta in associazione ad azitromicina).
• Dovremmo essere cauti riguardo ai trattamenti proposti per pazienti affetti da COVID-19 perché la prevenzione attraverso un vaccino o il trattamento con farmaci che colpiscono strutture specifiche del virus avranno maggiori probabilità di successo rispetto ai vecchi farmaci che potrebbero mostrare efficacia in laboratorio ma mancano di dati a supporto dell’utilizzo clinico. 
 
 
 
 
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