Il percorso diagnostico nei pazienti con mastocitosi senza lesioni cutanee…dal sospetto alla diagnosi di precisione

La mastocitosi è una malattia rara caratterizzata da una eccessiva proliferazione di mastociti in diversi organi e tessuti. La mastocitosi è generalmente causata da una mutazione nel gene KIT che codifica per un recettore presente sulla superficie dei mastociti, la cui funzione influenza la crescita e l’attivazione di queste cellule. La mastocitosi non è una malattia ereditaria ed sono rari i casi di forme familiari.
La mastocitosi è una malattia associata a fenotipi clinici variabili e può presentarsi sia nei bambini che negli adulti, con quadri clinici profondamente differenti tra loro.

In età pediatrica vi è quasi sempre un esclusivo interessamento cutaneo con lesioni
caratteristiche. Queste lesioni possono essere facilmente riconosciute e distinte da altre condizioni patologiche per la presenza di un segno specifico, chiamato segno di Darier, che consiste nella formazione di un pomfo dopo sfregamento della lesione
cutanea. Nei bambini la mastocitosi ha quasi sempre un decorso benigno con buona probabilità di regressione delle manifestazioni cliniche in età adolescenziale.

Nell’adulto la situazione è più complessa in quanto, oltre all’interessamento cutaneo, peraltro non sempre presente, vi è spesso infiltrazione di mastociti in altri organi, ad esempio nel midollo osseo.

La diagnosi di mastocitosi negli adulti spesso è tardiva per la scarsa conoscenza e per la rarità della patologia, ma anche perché le manifestazioni cliniche possono essere molto sfumate o spesso del tutto assenti. Il ritardo diagnostico può essere ancora maggiore nei pazienti senza le tipiche lesioni cutanee, che rappresentano circa il 15-30% di tutti i casi di mastocitosi. In questa particolare categoria di pazienti, la diagnosi si basa solitamente su manifestazioni cliniche particolari ma al tempo stesso molto eterogenee, frequentemente dovute al fatto che i mastociti possono rilasciare specifiche sostanze, tra cui l’istamina, la triptasi, e molti altri mediatori chimici. Tali mediatori possono causare molti sintomi, tra cui sintomi cutanei (orticaria, prurito, flushing), e gastrointestinali, osteoporosi ed anafilassi.

L’anafilassi è considerata una reazione di ipersensibilità sistemica potenzialmente pericolosa per la vita del paziente caratterizzata dall’insorgenza acuta di sintomi che derivano da un coinvolgimento multiorgano con sintomi come orticaria, prurito, sintomi gastrointestinali, broncospasmo, ipotensione e/o sincope. Nei pazienti senza lesioni cutanee, gli episodi di anafilassi sono frequenti e spesso scatenati dal veleno di imenotteri. In questi casi, il veleno di imenotteri può attivare i mastociti direttamente con un meccanismo di tipo non mediato dalle IgE. Gli episodi di anafilassi che si registrano nei pazienti con mastocitosi sono spesso contrassegnati da una particola severità e dalla presenza preponderante del coinvolgimento cardiovascolare con sincope/pre-sincope.
Il dosaggio della triptasi sierica rappresenta uno strumento importante per la diagnosi di mastocitosi. La triptasi sierica è una serin-proteasi secreta quasi esclusivamente dai mastociti, per cui il riscontro di livelli stabilmente elevati di triptasi può indicare la presenza di una patologia del mastocita. Tuttavia la valutazione della triptasi ha dei limiti poiché, oltre che nella mastocitosi, la triptasi può essere aumentata in altre condizioni tra cui l’insufficienza renale cronica, alcune malattie mieloproliferative e nell’alpha-triptasemia familiare. Quest’ultima è una condizione patologica di recente identificazione caratterizzata dalla presenza di multiple copie del gene che codifica per l’alpha triptasi.

Esistono dei sistemi di score validati che consentono di predire la probabilità di diagnosticare la mastocitosi nei pazienti con sintomi riferibili all’attivazione mastocitaria, ad esempio nell’anafilassi. Tra questi il REMA score è quello maggiormente utilizzato e consiste nell’assegnazione di un punteggio in relazione ai eguenti parametri: sesso (+ 1 in caso di sesso maschile), livelli sierici di triptasi (+2 per una triptasi sierica > 25 mcg/L), assenza di sintomi cutanei durante l’episodio acuto di anafilassi (+1 punto), e dalla presenza di sincope e/o presincope (+ 3 punti). Un punteggio REMA superiore o uguale a 2 si associa ad una alta probabilità che il paziente abbia la mastocitosi per cui il paziente dovrebbe essere sottoposto a biopsia osteomidollare, che rappresenta l’esame per ottenere la diagnosi definitiva di mastocitosi sistemica. La biopsia midollare dovrebbe essere eseguita in centri di riferimento altamente specializzati, poiché è necessario eseguire l’analisi immunostochimica con anticorpi specifici (triptasi, CD117, CD25, CD2, CD30) e l’esame citofluorimetrico del midollo osseo con tecnica multiparametrica. Inoltre deve essere in tutti i casi ricercata la mutazione di KIT ed, in casi selezionati, altre mutazioni aggiuntive del pannello mieloproliferativo con tecniche di PCR ultrasensibili. Considerata la rarità della patologia, sarebbe auspicabile che questi esami diagnostici vengano eseguiti in centri di riferimento con una particolarecesperienza in materia.

Autore: Dr.ssa Roberta Parente

L’allergia al veleno di imenotteri, sebbene tuttora sottostimata dal punto di vista epidemiologico, rappresenta un’importante causa di morbilità e mortalità in tutto il mondo, e anche in Italia. La prevenzione di future reazioni allergiche in pazienti che hanno sviluppato una reazione sistemica si realizza attraverso una corretta gestione del paziente in emergenza e la successiva consulenza allergologica per la diagnosi, la prescrizione di adrenalina autoiniettabile e, laddove indicato, dell’immunoterapia specifica con veleno di imenotteri (venom immunotherapy, VIT). Anche i più recenti  studi epidemiologici se da un lato evidenziano la scarsa conoscenza di questa patologia e la frequentissima inadeguatezza della sua gestione, dall’altro rimarcano l’importanza di disporre di un trattamento salva-vita, quale l’immunoterapia specifica.

 L’obiettivo principale di questo Consensus è quello di riportare le evidenze scientifiche correlate alla diagnosi, terapia e gestione dei pazienti allergici al veleno di imenotteri, per favorire la buona pratica clinica e migliorare le conoscenze su questa patologia anche in ambito non strettamente medico.

 Il documento gode dell’egida SIAAIC (che ha contribuito alla stesura assieme ad altre società scientifiche, tra le quali AAIITO e SIAIP) ed è disponibile al download in formato digitale PDF cliccando sul link successivo.

 

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Broesby-Olsen S et al. Omalizumab prevents anaphylaxis and improves symptoms 
in  systemic mastocytosis; efficacy and safety observations. Allergy 2017
Recensione a cura di: Roberta Parente – Dipartimento di Medicina, Università degli Studi di Salerno
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