Dott. Scaramozzino Marco Umberto
Direttore dell’Ambulatorio “La Madonnina” in memoria del Dott. A. Scaramozzino di Reggio Calabria, Responsabile del servizio di endoscopia toracica presso Ospedale Tirrenia, Belvedere Marittimo (CS), Italia.
La gravidanza, si sa, è uno dei momenti più importanti nella vita di una donna, in cui il suo corpo è sottoposto a numerosi e diversi cambiamenti per adattarsi alla nuova condizione e trasformarsi nel luogo dove accogliere e custodire la nuova vita che si sta formando.
Ancor di più, se e quando si convive con una patologia respiratoria, come l’asma, è necessario tenere in considerazione questa condizione peculiare nell’affrontare i 9 mesi della gravidanza. L’asma, infatti, è una delle più comuni patologie con cui deve convivere una donna incinta [1]. Non solo, ma con l’aumentare delle donne che affrontano una gravidanza in età avanzata di quanto non avvenisse in passato, si è notato un aumento della prevalenza dell’asma proprio in questa categoria di gestanti.
Durante il periodo della gravidanza è opportuno tenere sotto stretto controllo la patologia asmatica e i sintomi che la caratterizzano, in quanto controllare l’asma ed evitare crisi asmatiche e riacutizzazioni, mantenendo una corretta aderenza alla terapia, favorisce la gestione della gravidanza e la sua conclusione senza ulteriori complicanze.
Durante i 9 mesi della gravidanza, un terzo delle donne asmatiche non ravvisa di fatto cambiamenti della patologia e dei sintomi ad essa correlati, mentre i restanti due terzi possono sviluppare o un peggioramento o un miglioramento dei sintomi asmatici rispetto al periodo precedente [2].
In particolare, quando ci troviamo di fronte a pazienti con forme di asma grave, un controllo dei sintomi meno che ottimale potrebbe mettere a rischio di complicanze durante e prima del parto sia la madre che il feto. Ecco perché è fondamentale mantenere la terapia farmacologica prescritta dallo specialista durante la gestazione, per evitare problematiche correlate alla patologia asmatica. Esistono ad oggi evidenze scientifiche sull’efficacia e la sicurezza delle terapie di mantenimento utilizzate per l’asma durante la gravidanza, e diverse altre evidenze sui potenziali effetti collaterali dei farmaci utilizzati durante la gravidanza stessa.
È molto importante, quindi, durante la gravidanza, confrontarsi con il proprio medico di base, il proprio ginecologo e il proprio specialista pneumologo e allergologo di riferimento, per raggiungere degli obiettivi chiari per il controllo dei sintomi e la gestione della patologia. È quindi proprio consigliabile in questo caso un approccio multidisciplinare, nell’ambito del quale vengano valutati e tenuti in debito conto lo stato di salute della madre e lo sviluppo fetale, lavorando sul controllo e la prevenzione delle riacutizzazioni asmatiche
Sappiamo ormai in modo consolidato che, durante il periodo della gravidanza, nella donna avvengono numerosi cambiamenti fisiologici quali, solo per citarne alcuni [3]:
1. Aumento della contrazione cardiaca con riduzione delle resistenze nei vasi periferici, con conseguente aumento dei globuli rossi e plasma nel sangue.
2. Induzione dell’aumento della frequenza respiratoria, legato a meccanismi ormonali con sensazione di “fame d’aria” fisiologica.
3. Sollevamento del diaframma che determina una riduzione dei volumi polmonari
4. Aumento dei livelli di proteine pro-infiammatorie nel sangue, con elevato stress cellulare per variazioni ormonali.
Pertanto, il rischio di avere un’asma non ben controllata durante la gravidanza, può mettere a rischio la buona riuscita della stessa, determinando potenzialmente [4]:
1. Nascita Prematura del feto,
2. Riduzione del peso alla nascita,
3. Aumento mortalità perinatale.
Ad oggi sono disponibili dati su tutte le classi di farmaci utilizzati in asma durante la gravidanza e, dalle evidenze scientifiche della letteratura, si evince che la terapia di prima scelta resta il corticosteroide inalatorio o per via aerosolica solo in casi specifici di riesacerbazione. Esso risulta essere la terapia più sicura per madre e feto e non dovrebbe mai essere interrotto durante la gravidanza. Insieme a questo, risulta essere anche sicuro l’anti-muscarinico a lunga durata d’azione per via inalatoria, che andrebbe utilizzato in seconda battuta, qualora non ci fosse beneficio dall’utilizzo del corticosteroide [5].
Concludendo possiamo quindi dire che la consapevolezza dell’importanza del trattamento in gravidanza, mantenendo la terapia che già la donna praticava prima della stessa o rivedendola “su misura” delle necessità della gestante, rimane ad oggi un punto di forza essenziale per la gestione della patologia durante questo periodo così particolare.
Fonti bibliografiche:
- Documento GINA 2023
- Namazy JA, Schatz M. Contemporary management and treatment strategies for asthma during pregnancy. Expert Rev Respir Med. 2021 Sep;15(9):1149-1157. doi: 10.1080/17476348.2021.1935243.
- Bravo-Solarte DC, Garcia-Guaqueta DP, Chiarella SE. Asthma in pregnancy. Allergy Asthma Proc. 2023 Jan 1;44(1):24-34. doi: 10.2500/aap.2023.44.220077.
- Mihălţan FD, Antoniu SA, Ulmeanu R. Asthma and pregnancy: therapeutic challenges. Arch Gynecol Obstet. 2014 Oct;290(4):621-7. doi: 10.1007/s00404-014-3342-1.
- Asthma Treatment During Pregnancy, Drug consult MICROMEDEX.
Ringraziamenti: si ringrazia la Dott.ssa Fabiana Furci – MD, PhD Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica – Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia, Presidente SIAAIC Sezione Regionale Calabria per il contributo scientifico dato all’articolo.
Keywords: asma, gravidanza, cambiamenti, controllo, sintomi
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