GLI IMENOTTERI
Con il termine imenotteri si fa riferimento ad un ordine di insetti estremamente vasto.
In Italia gli imenotteri di rilevanza allergologica fanno parte della famiglia delle Apidae e delle Vespidae che comprendono gli insetti capaci di evocare reazioni allergiche: rispettivamente, le api (Apis mellifera) ed i bombi (Bombus terrestris), le vespe (Vespula, Dolichopvspula, Polistes) ed i calabroni (Vespa crabro). Si specifica però che il bombo punge molto raramente.
Conoscerne le caratteristiche è di estrema importanza anche nel percorso diagnostico delle allergie verso il loro veleno. La principale differenza che intercorre tra api e i Vespidae è il tipo di pungiglione. Quello dell’ape, seghettato, rimane infisso nel tessuto dell’aggredito comportando l’eviscerazione quindi la morte dell’insetto quando vola via. Quello dei Vespidae al contrario è liscio per cui può pungere più volte senza compromettere la sopravvivenza dell’imenottero.
In tabella vengono riassunte le principali caratteristiche utili a migliorare il riconoscimento dell’insetto pungitore in caso di reazione che richieda una successiva valutazione allergologica.
Insetto | Morfologia | Nido | Comportamento |
Apis Mellifera | Corpo tozzo e peloso | Alveari | Difesa alveare
Erbivori
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Vespula | Addome tronco
Giallo a strisce nere |
Sottoterra (dette vespe terraiole, terricole o terragnole), luoghi riparati dal sole | Aggressive
Carnivore Attratte da carne, zuccheri (spesso volano su immondizie, sui tavoli dei pic nic)
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Polistes | Corpo affusolato, addome ogivale, nero a strisce gialle
zampe lunghe e sottili |
Nidi piccoli con pareti sottili (detti di carta, da qui il soprannome di vespe cartonaie) in spazi chiusi e caldi es. tubi, sotto le tegole o in arbusti
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Moderatamente aggressiva |
Vespa crabro | Corpo massiccio, giallo nero e ruggine
Grandi dimensioni |
Nidi grandi
Alberi cavi, nei sotterranei, o in spazi chiusi di edifici |
Moderatamente aggressiva
Puntura molto dolorosa Rumoroso Vola di sera-notte |
In Europa, l’insetto più frequentemente coinvolto nelle reazioni allergiche è l’ape, per motivi in buona parte professionali (es. apicoltori).
ALLERGIA A VELENO DI IMENOTTERI: MANIFESTAZIONI CLINICHE
Le reazioni a puntura di imenottero si suddividono in allergiche e non allergiche. Ciascuna di queste tipologie comprende reazioni al sito di puntura (locali) o coinvolgenti altri organi ed apparati distinti dal sito di puntura (sistemiche).
La reazione locale non allergica più tipica e nota è l’arrossamento con rigonfiamento locale di dimensioni limitate ed intensamente pruriginoso che si sviluppa nella sede di inoculo del veleno. La durata del sintomo è di solito breve.
Si sospetta un’allergia quando invece la reazione locale, anziché autolimitarsi, si sviluppa gradualmente nelle 24-48 ore successive, arrivando a raggiungere diametri superiori o uguali ai 10 cm con persistenza media di una settimana (Reazione Locale Estesa). In questo caso si parla di reazione locale estesa; spesso quest’ultima comporta il gonfiore dell’intero segmento corporeo interessato dalla puntura dell’insetto (es. puntura sul dito, rigonfiamento e rossore dell’intera mano). La reazione locale estesa non è pericolosa, tranne quando interessa siti come il collo o la bocca o coinvolge tessuti il cui rigonfiamento può comportare una limitazione delle funzioni vitali.
Le Reazioni Sistemiche coinvolgono altri siti oltre a quello ove è avvenuto l’inoculo del veleno dell’imenottero.
Le forme non allergiche, dette anche inusuali, sono rare, dipendono solitamente dall’azione tossica ed irritante del veleno che entra in circolo. In questi casi possono verificarsi quadri più lievi come la febbre, arrossamenti cutanei diffusi, l’ingrossamento di linfonodi fino a situazioni più complesse come l’insufficienza renale acuta o il danno dei muscoli. L’insorgenza dei sintomi è molto variabile, da pochi minuti ad alcuni giorni.
Quando invece la reazione dipende da un’allergia al veleno, i sintomi sono immediati, ovvero insorgono solitamente entro un’ora. In alcuni casi, possono ripresentarsi anche 4-12 ore dopo, nonostante il miglioramento spontaneo o tramite farmaci (reazioni bifasiche). Possono essere coinvolti più organi insieme, in modo simultaneo o graduale oppure dopo la puntura il paziente presenta sintomi a carico di un solo organo o apparato.
I siti potenzialmente coinvolti in una reazione allergica sistemica, con le relative manifestazioni, sono:
- Cute e mucose: flushing (forse eritema è più semplice come termine), orticaria ed angioedema (ovvero gonfiore delle mucose esterne, ad.es labbra, palpebre, genitali, ma anche interne, ad es. della mucosa della gola con rischio di calo della voce, sensazione di ingombro in gola, difficoltà nell’eloquio)
- Bronchi: attacco asmatico acuto con tosse, sibilo, difficoltà respiratoria, senso di peso sul petto
- Stomaco ed intestino: nausea, vomito, dolore addominale importante, diarrea
- Cuore e vasi sanguigni: sensazione di svenimento, vertigini, alterazione dei sensi, senso di morte imminente, sudorazione fredda, tachicardia, perdita di conoscenza, rilascio degli sfinteri
Lo shock anafilattico è il grado più severo di reazione allergica a puntura e presenta manifestazioni cliniche gravi (es. calo di pressione, difficoltà respiratoria).
Si stima che nella popolazione adulta europea le reazioni locali estese e quelle sistemiche allergiche coinvolgano rispettivamente tra il 2,4% ed il 26% e tra lo 0,3% e l’8,9% del totale.
Tratto da: CRITERI PRATICI SULLA GESTIONE DELLA ALLERGIA AL VELENO DI IMENOTTERI: CONSENSUS ITALIANO 2017
M.Beatrice Bilò, Valerio Pravettoni, Donatella Bignardi, Patrizia Bonadonna, Marina Mauro, Elio Novembre, Oliviero Quercia, Marcello Cilia, Gabriele Cortellini, Maria Teresa Costantino, Fabio Lodi Rizzini, Luigi Macchia, Fulvia Marengo, Francesco Murzilli, Vincenzo Patella, Federico Reccardini, Erminia Ridolo, Antonino Romano, Eleonora Savi, Domenico Schiavino, Maurizio Severino, Elide Anna Pastorello.
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