Gunawardana NC et al. J Allergy Clin Immunol, 2017, in press.

Recensione a cura di: Erminia Ridolo¹, Anthi Rogkakou²

¹ Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Parma

² Allergy and Respiratory Diseases, Ospedale Policlinico San Martino, Genova

 

L’immunoterapia allergene specifica (ITS) per via sublinguale per acari con tablet è una delle più recenti in commercio. Questo articolo è il primo a mettere in evidenza gli effetti immunologici e sulla sintomatologia nasale dopo solo 12 settimane di trattamento in uno studio randomizzato in doppio cieco con controllo. In totale 23 pazienti adulti con rinite allergica da acaro della polvere sono stati randomizzati in un gruppo trattato con 12 SQ- HDM per 12 settimane (16 soggetti) e in un gruppo di controllo (placebo, 7 soggetti); 21 pazienti hanno concluso lo studio.

I pazienti sono stati sottoposti a:

  • Dosaggio di IgG4 per Dermatophagoides pteronyssinus e Dermatophagoides farinae alla settimana 12;
  • Dosaggio di altri non specificati anticorpi bloccanti le IgE (IgE-BF) alla settimana 12.
  • Challenge con allergene intranasale prima del trattamento e successivamente alla settimana 8 e alla 12 dall’inizio del trattamento, con successiva misurazione di TNSS (Total Nasal Symtpom Score), picco di flusso inspiratorio nasale (PNIF), dosaggio di IL-5, IL-13 e  timo-chemochine attivazione-regolate (TARC), mRNa espresso dalle cellule della mucosa nasale (marker eosinofili, mastociti e cellule Th2).

Già dopo 8 settimane di trattamento, è stato evidenziato un aumento significativo di IgG4 e altri IgE-BF, in crescita costante anche alla 12esima settimana. Tale riscontro è in linea con quanto dimostrato da numerosi lavori presenti in letteratura. I risultati ottenuti dopo challenge intranasale su campioni raccolti mediante curettage e “nasosorption”, una tecnica non invasiva per campionare il fluido di rivestimento nasale usando una matrice assorbente sintetica, sono stati i seguenti:

  • Riduzione del TNSS del 43% a 8 settimane e del 57% a 12 settimane, con una differenza statisticamente significativa fra i pazienti in trattamento attivo e in placebo (p= 0.01);
  • Aumento della concentrazione di IL-5, Il-13 e TARC in entrambi i gruppi di pazienti senza differenze statisticamente significative, né pre- né post-trattamento;
  • Nessun cambiamento nel PNIF fra i due gruppi;
  • Trend in diminuzione nell’espressione di mRNA per i marker di attivazione di eosinofili, mastociti e linfociti T helper 2 nei pazienti trattati, rispetto al gruppo placebo, senza, tuttavia, raggiungere una significatività statistica.

I risultati ottenuti sono in linea con quanto dimostrato da studi più ampi su campioni di dimensioni maggiori, per quanto riguarda la risposta immunitaria degli anticorpi bloccanti.

L’aspetto più interessante dello studio è rappresentato dalla dissociazione fra la risposta sintomatica registrata mediante TNSS e i valori di citochine riscontrati dopo challenge intranasale. Tuttavia, il riscontro di un trend in riduzione per quanto riguarda l’espressione di mRNA per i biomarker di attivazione cellulare della risposta infiammatoria rende plausibile l’ipotesi che siano necessarie più di 12 settimane di trattamento per evidenziare una risposta molecolare in questo senso.