Panoramica generale

Il lupus eritematoso sistemico è una malattia di grande complessità clinica e fisiopatologica. Il lupus può infatti potenzialmente interessare qualsiasi organo o tessuto dell’organismo e manifestarsi in modo molto diverso da individuo a individuo e addirittura da momento a momento nell’ambito dello stesso individuo. Esso costituisce inoltre il paradigma delle malattie autoimmuni, cioè di quelle malattie in cui il sistema immunitario, normalmente preposto alla difesa dell’organismo dalle infezioni, riconosce in realtà componenti dell’organismo stesso (il cosiddetto “self”) come nemiche e si attiva per neutralizzarle o distruggerle.

 

Patogenesi e fisiopatologia del LES

La rottura della tolleranza verso il self

Nell’ambito del lupus l’incapacità del sistema immunitario di tollerare il “self” si esplica in particolare nei confronti di una serie di sostanze presenti nel nucleo di tutte le cellule dell’organismo. Una delle sostanze (in gergo “antigeni”) più tipicamente bersaglio della risposta immunitaria nel lupus è addirittura il DNA, oltre ad altri elementi che si associano al DNA per formare la cosiddetta “cromatina”. Queste sostanze sono in realtà normalmente esposte allo “scrutinio” del sistema immunitario nell’ambito di processi fisiologici di morte e rinnovamento cellulare. Tuttavia, nel lupus lo smaltimento dei residui derivati dai fenomeni di morte cellulare è poco efficiente e la suscettibilità a sorgenti esterne di danno (come i raggi ultravioletti) è maggiore.

Di conseguenza, antigeni come il DNA e la cromatina vengono “visti” dal sistema immunitario sotto la “lente deformante” dell’infiammazione e “scambiati” per tracce di un’infezione, attivando un’intensa risposta difensiva. In questo ambito, un gruppo di mediatori legati alle risposte antivirali, detti interferoni di tipo I (ne esistono altri due tipi), sembrano svolgere un ruolo patogenetico particolarmente rilevante. A valle della cascata patogenetica del LES si trovano invece una serie di cellule (linfociti T e B) e di anticorpi capaci di riconoscere ed attaccare diverse componenti del “self”. La funzione immunologica degli anticorpi (proteine specificatamente selezionate dall’evoluzione per riconoscere con precisione altre sostanze) è assistita dall’attivazione di un pannello di fattori, definiti appunto “sistema del complemento”. Il consumo del complemento, secondario alla presenza di anticorpi mediatori di autoimmunità (o autoanticorpi), è un fenomeno caratteristico dei pazienti con lupus e utile per il monitoraggio clinico al pari della misurazione degli anticorpi anti-DNA.

 

Fattori genetici e ambientali

Le ragioni che portano alcune persone a sviluppare questa malattia non sono al momento ancora del tutto chiare ed è verosimile che una molteplicità di fattori concorra a indurre e mantenere attivi i processi patologici sopra descritti:

  • Alcuni fattori genetici aumentano la suscettibilità alla malattia. Tuttavia, la probabilità che un gemello abbia il lupus se l’altro gemello identico ne è affetto è apparentemente “solo” del 20%, fatto che suggerisce la presenza di altri fattori, tra i quali il caso, nel determinare lo sviluppo della malattia.
  • Le infezioni virali e il danno mediato da raggi ultravioletti sono alcuni dei fattori ambientali meglio conosciuti
  • Gli ormoni sessuali femminili (in particolare gli estrogeni) alimentano l’attività di diversi nodi della risposta immune e assieme al contributo di alcuni fattori genetici che sfuggono alla fisiologica inattivazione del cromosoma X (per la quale i geni di una delle due copie di tale cromosoma, presenti negli individui di sesso femminile a differenza di quelli di sesso maschile, non vengono espressi) giustificano lo sbilanciamento di genere caratteristico della malattia (rapporto donne : uomini = 9:1).

 

Caratteristiche cliniche

Le manifestazioni più frequenti ed evidenti del LES coinvolgono la pelle, le mucose e le articolazioni. Sono spesso presenti anche sintomi sistemici non specifici come febbre, stanchezza o perdita di peso. Il lupus cutaneo comprende un ampio spettro di lesioni eritematose (più frequentemente localizzate nelle zone esposte agli ultravioletti) oltre alla possibile perdita (localizzata o diffusa) di capelli (alopecia) o ad altre manifestazioni a carico degli strati più profondi della pelle. A livello delle mucose possono svilupparsi ulcere (afte) orali (raramente nasali). A livello articolare, il LES si manifesta con artrite e/o deformazione delle articolazioni per alterazioni della funzione di tendini e legamenti, che diventano più lassi. L’interessamento renale, riscontrabile in circa il 40% dei pazienti, rappresenta l’aspetto clinico di maggiore impegno nel LES, dato il potenziale impatto sulla sopravvivenza e sulla qualità di vita. Il sistema nervoso (centrale e periferico) può anche essere colpito dalla malattia e dare luogo a varie manifestazioni neurologiche e/o psichiatriche, spesso di difficile inquadramento. Sono relativamente frequenti anche manifestazioni a carico delle sierose (ovvero i foglietti di rivestimento di cuore, polmoni e visceri). L’attività infiammatoria del LES altera lo sviluppo e la funzionalità di numerose cellule del sangue e pertanto è frequente riscontrare una riduzione dei globuli bianchi (leucopenia), dei globuli rossi (anemia) o delle piastrine (piastrinopenia). Sono riscontrabili inoltre numerosi autoanticorpi, tra i quali anticorpi anti-nucleo (ANA) e anticorpi anti-DNA. La patologia cardiovascolare è la principale causa di morte nei pazienti con LES e può essere favorita dalla presenza di alcuni anticorpi (anticorpi anti-fosfolipidi).

 

Riferimenti bibliografici

  1. LUPUS 100 – Le risposte alle domande più importanti sul lupus, verificate da medici lupologi di fama mondiale. 2023; Consultabile all’indirizzo: https://lupus100.org/it/100-questions.
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