La diagnostica allergologica di primo livello nella rinite allergica consiste nell’esecuzione dei test cutanei, i prick test, argomento trattato in modo esaustivo nel capitolo specifico.  Durante tale seduta vengono testati una batteria standard di allergeni inalatori comprendenti differenti tipi di pollini, gli acari della polvere, i derivati epidermici di animali, alcune muffe ed eventuali altri allergeni cui si sospetta il soggetto possa essere sensibilizzato (es. lattice).

Come evidenziato nel capitolo specifico, però, ci sono alcune condizioni nelle quali questi tests non possono essere effettuati in quanto fornirebbero risultati non attendibili o potrebbero essere rischiosi come ad esempio:

  • Presenza di dermatite cutanea o orticaria in fase attiva
  • Utilizzo di terapia antistaminica o di farmaci antidepressivi con azione antistaminica negli ultimi 5 gg
  • Gravidanza
  • Particolare reattività cutanea (dermografismo) o anergia cutanea (mancanza di risposta immunologica ad un determinato stimolo).

In questi casi si ricorre al laboratorio tramite il dosaggio delle IgE specifiche ( Immuno Cap Test) rivolte verso i diversi allergeni. Tale metodica,  è anche utilizzata quando non sono disponibili allergeni da testare sotto forma di prick test o ancora quando vi è discordanza tra la storia clinica del paziente e il risultato dei test cutanei (es. sospetta allergia al pelo di gatto in paziente con prick test negativo)

 

Diagnostica Molecolare

Negli ultimi 20 anni di grande aiuto nella diagnostica di laboratorio è stata la possibilità di dosare non solo le IgE specifiche per un dato allergene in toto ma per le differenti molecole che lo costituiscono: si tratta della diagnostica molecolare, che ci ha permesso di studiare in modo più approfondito i soggetti polisensibili ai test cutanei e di impostare in modo corretto un’ eventuale immunoterapia specifica (AIT).

Molto utile nella pratica clinica è inoltre il suo uso nella diagnostica dell’allergia alimentare (ma  di questo si tratterà in un capitolo a parte)

Tale esame di laboratorio è da considerarsi esame allergologico di secondo livello che deve essere utilizzato da esperti in materia allergologica.

A tal proposito, è stato evidenziato, per gli allergeni pollinici, come questi siano costituiti da molecole proprie (i cosiddetti allergeni genuini) e altre comuni ai differenti pollini (le molecole cross reattive). Nel caso di soggetti polisensibili ai prick test verso pollini di diverse specie, tramite la diagnostica molecolare, potremmo capire  se sono dei veri polisensibili (sensibilizzati alle proteine genuine dei singoli pollini) o falsi polisensibili ( sensibilizzati alla molecola cross reattiva). Occorre inoltre ricordare che le molecole comuni dei diversi pollini sono anche quelle responsabili della cross reattività tra allergeni inalatori e alimentari e cioè della cosiddetta sindrome orale allergica.  Infine l’AIT è efficace  e sicura quando viene praticata ad un soggetto pollinosico  polisensibile  con  sensibilizzazione genuina per dato allergene.

Nel caso di soggetto sensibilizzato agli acari della polvere il dosaggio delle singole molecole puo’ aiutarci in quanto alcune di queste correlano con la presenza di rinite e asma , altre con la dermatite atopica, ed infine alcune sono in comune con crostacei e molluschi e possono spiegare una possibile allergia alimentare associata

 

Anche l’allergene dell’animale è costituito da un pool di molecole, alcune marker di sensibilizzazione al pelo del specifico animale, e altre appartenenti a famiglie comuni ai diversi animali. Cio’ spiega, nel soggetto sensibilizzato, la comparsa di sintomi in presenza di differenti animali,  anche al primo contatto.

Attualmente abbiamo a disposizione in vitro test singoli (che dosano le IgE verso una determinata molecola) e test multipli (che dosano contemporaneamente le igE verso l’allergene completo e le singole molecole per un totale di determinazioni che può arrivare fino a 300). Generalmente questi ultimi tests vengono riservati a pazienti più complessi affetti non solo da patologia allergica respiratoria ma anche da sospetta allergia alimentare.

Concludendo allo stato attuale la diagnosi di rinite allergica si basa sull’esecuzione dei test cutanei (quando possibile), mentre il dosaggio delle IgE specifiche verso l’allergene in toto, e successivamente delle singole molecole, deve avvenire in base al risultato ottenuto dai prick tests. I dati che emergono dai diversi esami (cutanei e di laboratorio) andranno infine sempre correlati alla storia clinica del paziente per formulare una diagnosi corretta di rinite allergica e impostare di conseguenza un’adeguata terapia (compresa, quando indicato, l’AIT).

Parole chiave: dosaggio IgE, diagnostica molecolare, diagnosi rinite allergica.

Bibliografia

Canonica et al. World Allergy Organization Journal2013,6:17 A WAO – ARIA – GALEN consensus document on molecular-based allergy diagnostics