La rinite allergica è una patologia molto frequente che può colpire fino al 35% della popolazione. Nonostante non sia una patologia di apparente importante gravità ha un notevole impatto sulla vita del paziente ed inoltre comporta notevoli costi sanitari.
Viene classificata in base alla durata, in persistente ed intermittente (più o meno di 4 settimane) e in base alla gravità ( impatto sul sonno, lavoro e qualità di vita) in lieve e moderata/grave.
Dal punto di vista terapeutico abbiamo tre armi fondamentali per curarla, da considerarsi non alternative l’una dell’altra ma da utilizzare, quando necessario e possibile, tutte insieme nell’ottica di curare al meglio il paziente
- La prevenzione ambientale che consiste nell’evitare il contatto con allergene causa dei disturbi;
- la terapia farmacologica che è indipendente dal tipo di sensibilizzazione e si basa sulla gravità dei sintomi;
- l’Immunoterapia che è il trattamento più specifico, cioè differente a seconda dell’allergene cui il soggetto è sensibilizzato. Viene effettuata su consiglio dell’allergologo dopo dettagliata storia clinica ed esecuzione di test allergologici nell’ottica non solo diminuire i sintomi rinitici, ma di ridurre anche la comparsa di asma.
Purtroppo però allo stato attuale il paziente tende a curarsi con il fai da te, assumendo farmaci solo quando la malattia è grave, senza poi rivolgersi al medico curante.
Da una recente indagine è emerso infatti che su 552 pazienti il 55% assumeva più di due farmaci per curare la rinite e, nonostante ciò, oltre 40% non era soddisfatto del controllo della malattia.
E’ perciò sempre più importante educare il paziente con sintomi sospetti di rinite allergica a recarsi dal curante per una prescrizione adeguata di terapia e di eventuali indagini diagnostiche ed a porre attenzione all’uso prolungato di alcuni prodotti da banco acquistabili in farmacia senza ricetta medica. Tali farmaci, i vasocostrittori locali, che vengono utilizzati nella fase acuta di malattia per il “naso chiuso”, non devono infatti essere impiegati per più di 10 gg in quanto gravati da importanti effetti collaterali ( ipertrofia prostatica, ipertensione , tachicardia ecc… ) e sono essi stessi causa di rinite di difficile trattamento; inoltre non possono essere usati nei soggetti di età inferiore ai 12 anni.
Secondo le linee guida ARIA (Allergic Rhinitis and its impact on Asthma) la terapia farmacologica della rinite allergica dipende dalla gravità della malattia e consiste principalmente in:
– antistaminici sia per os che ad uso locale: utili nelle forme meno gravi di rinite. Quelli di seconda generazione (che non passano la barriera ematoencefalica) non sono gravati da effetti collaterali importanti e generalmente vengono assunti 1 volta dì, per lo più alla sera. Sono molto efficaci su starnutazione e prurito e hanno notevole rapidità d’azione (meno di un’ora). Possono essere utilizzati con sicurezza sia in adulti che in bambini e, alcuni di questi, anche in gravidanza ( Loratadina, cetirizina e levocetirizina).
– I cortisonici topici, che vanno utilizzati se la rinite è più grave e se predomina il sintomo di naso chiuso. Questi sono i farmaci più efficaci nel controllo della rinite allergica già dopo 12-24 ore dalla somministrazione. E’ importante però utilizzarli in modo corretto per evitare effetti collaterali e per far sì che siano efficaci : il beccuccio dell’erogatore deve essere indirizzato verso la narice e non verso il setto (per evitare microsanguinamenti) e il capo deve essere chino in avanti. Non si deve temere l’assorbimento del cortisonico in circolo perché è praticamente nullo. Possono essere impiegati con sicurezza sia in bambini che adulti e attualmente il mometasone furoato è utilizzabile anche nei bambini di 3 anni di età.
– cortisonico e antistaminico locali associati in unico device (azelastina + fluticasone) da utilizzare quando il cortisonico locale non è sufficiente a controllare i sintomi e l’ostruzione nasale è importante.
– le soluzioni saline che, pur non essendo un farmaco vero e proprio, sono efficaci a rimuovere il materiale che si deposita nel naso, migliorando la clearance muco ciliare.
Sono da sconsigliare i cortisonici per via sistemica, soprattutto iniettiva, ma anche orale, che possono con il tempo causare gravi effetti collaterali (ipertensione, diabete, osteoporosi ecc..). Purtroppo però nella real life si abusa di questi farmaci (in particolare dello steroide in compresse) per controllare forme più gravi di malattia.
Nel caso di riniti associate ad asma si possono utilizzare gli antileucotrienici.
È importante che la terapia venga protratta a lungo, in quanto l’allergia è un processo infiammatorio e il soggetto deve essere curato continuativamente quando è esposto all’allergene. Eventualmente, in base alla gravità dei sintomi, si può modificare la terapia utilizzata.
Proprio le forme più gravi, quelle non controllate dalla terapia soprascritta, sebbene ben condotta, sono le forme che dovrebbero essere inviate allo specialista per effettuare una diagnosi corretta di malattia e impostare un’eventuale immunoterapia.
Bibliografia
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Libero Professionista – Torino