L’allergia al veleno di imenotteri rappresenta un’importante causa di morbilità e mortalità in tutto il mondo, e l’immunoterapia specifica per veleno di imenotteri (VIT) costituisce la terapia di elezione per i soggetti che abbiano presentato una reazione sistemica dopo puntura di imenottero. Se l’efficacia della VIT è stata ben documentata in molti studi, la sua sicurezza, in una condizione particolare, quale è la gravidanza, rappresenta ancora un annoso problema.
Esiste una letteratura limitata sull’uso della VIT in gravidanza, sia perché gli studi clinici sulla VIT tendono ad escludere tipicamente le donne in gestazione per ragioni etiche, sia perché questa situazione si verifica in un numero limitato di pazienti. L’anafilassi da puntura di imenotteri può indurre gravi anomalie del feto e potenzialmente causare la perdita dello stesso, oltre a poter scatenare reazioni sistemiche, potenzialmente fatali nella gestante. La VIT è efficace nel prevenire nuove reazioni sistemiche da ripuntura, ma non è scevra di possibili reazioni avverse (rischio stimato del 5% di anafilassi durante la fase iniziale di incremento, che si riduce all’1% nella fase di mantenimento). L’immunoterapia inoltre promuove lo shift da un profilo Th2 a uno Th1 con la produzione di un pattern citochinico che agisce contro il profilo Th2, necessario in gravidanza per prevenire il rigetto del feto.
In conclusione, sulla base dei dati presenti in letteratura le linee guida raccomandano di non intraprendere la VIT durante la gravidanza ma affermano che, se già in corso e ben tollerata, dovrebbe essere continuata, considerando, sia il rischio di mancata protezione, se precocemente interrotta, sia il basso rischio di effetti avversi durante la fase di mantenimento.
Bonadonna P. et al. Pregnancy and Hymenoptera venom allergy. Curr Opin Allergy Clin Immunol. 2020 Oct;20(5):465-469
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U.O.C. ALLERGOLOGIA P.O. CIVITANOVA MARCHE (MC)